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mercoledì 25 aprile 2012

Padre nostro di...di: Cromazio di Aquileia


«Padre nostro che sei nei cieli» (Mt 6,9). È un’espressione di libertà, colma di fiducia. Dunque, dovete avere questa condotta di vita, per poter essere figli di Dio e fratelli di Cristo. Infatti, chi oserà chiamare temerariamente Dio suo Padre, se trasgredisce la sua volontà? Di conseguenza, carissimi, mostratevi degni dell’adozione divina, poiché sta scritto: « A quanti hanno creduto in lui, ha dato il potere di diventare figli di Dio» (Gv 1,12). «Sia santificato il tuo nome» (Mt 6,9): non perché Dio venga santificato con le nostre preghiere, lui che è sempre santo, bensì chiediamo che il suo nome sia santificato in noi, affinché mentre veniamo  santificati nel suo battesimo, siamo perseveranti in ciò che abbiamo iniziato a essere. «Venga il tuo regno» (Mt 6,10). Forse che esiste un momento in cui Dio non regna, mentre il suo regno è immortale?  Quando diciamo: «Venga il tuo regno », chiediamo che giunga il nostro regno, promesso da Dio e meritatoci con il sangue e con la passione di Cristo. «Sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra» (Mt 6,10): la tua volontà consiste nel fatto che ciò che tu vorrai nel cielo lo facciamo, in maniera irreprensibile, qui sulla terra. «Dacci oggi il nostro pane quotidiano» (Mt 6,11). Qui dobbiamo intendere il cibo spirituale. Infatti, il nostro pane è Cristo che ha detto: «Io sono il pane vivo disceso dal cielo» (Gv 6,51). Lo diciamo «quotidiano», perché dobbiamo implorare l’immunità del peccato per essere degni dell’alimento celeste. « E rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori ». Il significato di questo insegnamento è che noi non possiamo ottenere il perdono dei peccati se prima non perdoniamo coloro che hanno commesso una colpa contro di noi, in conformità a quanto il Signore dice nel Vangelo: « Se non perdonerete agli uomini le loro colpe, neppure il Padre vostro perdonerà agli uomini le vostre colpe» (Mt 6,15). «E non indurci in tentazione»: non permettere che siamo ingannati da colui che ci tenta, dall’autore della perversità. Dice, infatti, la Scrittura: «Dio non può essere tentato dal male» (Gc 1,13). Il diavolo, invece, è il tentatore; e per poterlo sconfiggere il Signore dice: «Vigilate e pregate per non cadere in tentazione » (Mt 26,41).  (Sermone 40,2) di: Cromazio di Aquileia